Quando ho inaugurato questa serie si post dedicata ai libri come dono natalizio ho scritto di come la lettura possa regalarci momenti assolutamente magici, aprirci nuovi mondi e farci viaggiare con la fantasia.Leggere è tutte queste cose, ma ancora di più è un modo, forse il migliore, per informarsi, per imparare e aprire la propria mente. Per questo il genere letterario cui dedico questo post è la saggistica. Attraverso i libri possiamo conoscere realtà e culture a noi lontane, possiamo custodire i ricordi di chi non c'è più, ma soprattutto abbiamo la possibilità di creare una memoria storica condivisa affinché il male perpetrato dall'uomo nel corso dei secoli non abbia a ripetersi (mi rendo conto di quanto sia utopistica questa frase, ma sono un'ottimista). I tre libri che ho scelto oggi sono stati molto importanti per me e per la mia formazione. Scaturiti dalla penna di tre grandi giornalisti purtroppo scomparsi, ci ricordano di quanto cattiveria sia capace l'uomo e ci sollecitano a mantenere alta la guardia, a vigilare e soprattutto a non fare finta di niente.
Niente e così sia, scritto fra il 1967 e il 1968, è una sorta di reportage su carta della guerra in Vietnam. Oriana Fallaci era all'epoca una giovane giornalista che, vivendo a stretto contatto con le truppe statunitensi di stanza in Vietnam, ha dato vita a questo meraviglioso saggio. Scritto da una Fallaci profondamente diversa da quella dei primi anni 2000 (per intenderci diversissima da quella de La rabbia e l'orgoglio) questo libro è innanzi tutto un inno alla vita. L'autrice parte per questa guerra con in testa le parole della nipote "Cos'è la vita?" e cercando una risposta a questa domanda assisterà alle atrocità commesse dai vietcong e dai militari americani, vedrà giovani ragazzi di belle speranze completamente trasformati dall'orrore della guerra. Per tutto il libro Oriana cerca di trovare risposte alle mille domande che si pone quotidianamente; cerca di capire quale sia il senso di mandare a morire migliaia di uomini al solo scopo di imporre la propria cultura, la propria bandiera. Questo libro serve a non dimenticare mai quello che ci siamo lasciati dietro, a mantenere vivo il ricordo di un pezzo di storia troppo spesso dimenticato.
Anche il secondo libro di cui scrivo oggi parla di guerra, una guerra molto vicina a noi eppure terribilmente lontana. Cecenia Il disonore russo è uno degli ultimi libri di Anna Politkovskaia, la giornalista russa uccisa nell'ottobre del 2006 a Mosca. In questo libro vengono raccontati, con dovizia di particolari, le aberranti barbarie commesse dall'esercito russo ai danni dei civili e le violente rappresaglie messe in atto dai militari ceceni. Non ci sono filtri né sconti per nessuno, la Politkovskaia racconta i fatti di cui è stata testimone e soprattutto denuncia l'omertà e l'indifferenza dell'ONU e dei paesi occidentali. Punta il dito contro il Cremlino, colpevole di condurre questa guerra scriteriata e chiede a gran voce maggior attenzione da parte dei media mondiali nei confronti di una regione del mondo dimenticata da tutti. Ogni pagina, ogni riga di questo libro sono una doccia gelata, un ceffone in pieno volto per dirci SVEGLIATEVI, perché non si può continuare a ignorare ciò che accade a pochi passi da noi, non si può fare finta che tutto vada bene salvo poi rimanere sconvolti al prossimo episodio eclatante, come la strage di Beslan.
Ho lasciato per ultimo il libro che forse più di ogni altro ha cambiato la mia vita. La fine è il mio inizio è stato per me una sorta di illuminazione sulla via di Damasco, un insieme di emozioni e scoperte che mi ha profondamente segnata. In questo suo ultimo libro, Tiziano Terzani, ormai prossimo alla fine, si racconta al figlio Folco lasciando a noi lettori un'eredità di grande valore: il racconto di una vita intensa e meravigliosa. Si parte con l'infanzia in Toscana, fra mille difficoltà, gli anni della scuola e dell'università, i primi viaggi e il lavoro come corrispondente per il Der Spiegel. E proprio come corrispondente Terzani sarà testimone di guerre terribili, Vietnam e Corea in primis. Nel ricordare la sua vita, Terzani esorta costantemente i giovani a partire, a viaggiare, ad aprire la propria mente e la propria anima all'altro, a mettersi in gioco sempre, perché è soltanto attraverso il confronto con chi è diverso da noi che si può costruire un mondo migliore. La cosa che più colpisce è la straordinaria serenità con cui Terzani si avvicina alla morte, consapevole di aver vissuto a pieno e di aver colto tutte le possibilità che la vita gli ha offerto. Questo libro è un modo per ricordarci di non avere paura e affrontare a testa alta gli ostacoli che si pongono sul nostro cammino, avendo l'umiltà di riconoscere gli sbagli commessi e privi di qualsivoglia presunzione di superiorità.
Spero che questi tre veloci consigli siano stati di vostro gradimento e che abbiamo almeno in parte suscitato un po' di curiosità. Non mi resta che augurarvi
Buona Lettura!
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