venerdì 31 gennaio 2014

Inventario del mese: GENNAIO


Anno nuovo, rubrica nuova.
Ebbene sì, oggi ho proprio voglia di inaugurare questa nuova rubrica a cadenza mensile che sarà, niente di più niente di meno, un piccolo riassunto del mese appena trascorso. Una sorta di incrocio tra due rubriche che sicuramente conoscete tutti: la Weekly Recap di Il Piacere della lettura e la splendida Una fragola al mese di Una fragola al giorno (è la mia preferita, da sempre!).
L'ho chiamata, con molto poca fantasia, Inventario del mese. (abbiate pazienza, ho appena chiuso l'inventario al lavoro e questo è stato il primo nome che mi è venuto in mente. Sono senza speranza lo so '^.^)
Ora però, basta ciarlare e veniamo al dunque…

Libri letti:

Gennaio è partito alla grande sul piano letture, per poi arenarsi un po' negli ultimi 10 giorni. Sta di fatto che questo mese ho letto 3 libri:
- Harry Potter e i doni della morte di J.K. Rowling (ho finito la saga finalmente, e in un bagno di lacrime)
- Taci! Sei morto! di Katarina Mazetti (di cui potete leggere la recensione qui)
- P.S. I love you di Cecilia Ahern

New entry:

Questo mese sono stata davvero brava. Ho ridotto gli acquisti al minino, riuscendo persino a entrare in libreria e ad uscirne a mani vuote per ben due volte. Un miracolo praticamente.

Comunque, l'unica new entry è Identici di Scott Turow. Spero non mi deluda.

Kindle County, 1982. Al termine di un party a casa di Zeus Kronon, influente membro della locale comunità greco-ortodossa, sua figlia Dita, bellissima e anticonformista, viene trovata uccisa nella sua camera da letto. La ragazza era fidanzata con Cass Gianis, il cui padre è l'acerrimo rivale di Zeus, e per questo motivo la loro unione era malvista da entrambe le famiglie. Cass, il cui fratello gemello Paul è agli inizi di una promettente carriera legale, si dichiara subito colpevole dell'omicidio e viene condannato a venticinque anni di reclusione. Allo scadere della pena, Cass è pronto a uscire di prigione, proprio mentre Paul, nel frattempo divenuto senatore, è il candidato favorito per la poltrona di sindaco della Kindle County. Ma il ritorno di Cass può trasformarsi per lui in un'arma a doppio taglio, specie quando il fratello di Dita chiede la riapertura delle indagini, accusando Paul di avere avuto un ruolo nell'omicidio della ragazza. Cosa è successo realmente quella notte di tanti anni prima? È stato davvero Cass a uccidere Dita? E perché? Quale segreto nascondono i due gemelli? A ricostruire la vicenda saranno Evon Miller, ex agente speciale dell'FBI ora a capo della sicurezza dell'azienda dei Kronon, e l'anziano investigatore Tim Brodie, che all'epoca si era occupato del caso. Quella dei Kronon e dei Gianis è la storia di una battaglia infinita e senza esclusione di colpi tra due famiglie che cercano la loro unica e illusoria verità inseguendo una giustizia sempre sfuggente. Ispirandosi liberamente all'antico mito greco di Castore e Polluce, in questo nuovo straordinario legal thriller Scott Turow mette in scena una vicenda appassionante fatta di oscure rivalità familiari, rapporti ambigui e segreti tenuti nascosti troppo a lungo, regalandoci un finale davvero sorprendente.


Il meglio del mese:


Sicuramente la migliore lettura del mese, neanche a dirlo, è stata Harry Potter. Avevo quasi un timore reverenziale ad iniziare l'ultimo capitolo della saga, ma una volta cominciato è stato un crescendo di emozioni. Divorato, letteralmente, tra mille lacrime. In arrivo, a breve, la recensione.




Il peggio del mese:


Ecco, un peggio questo mese forse non c'è. Indubbiamente, però, il libro che mi ha lasciato più perplessa è stato quello della Ahern. Non è che non mi sia piaciuto, però ci sono diverse cose che proprio ho mal digerito. Holly, la protagonista, è più o meno il mio esatto opposto e quindi ho impiegato parecchio tempo ad entrare in sintonia con lei, o quantomeno a farmela piacere. 





Il post più letto:

Il post che è stato visualizzato di più a gennaio e quindi, spero, letto di più è quello dedicato alla recensione di Taci! Sei Morto!
Spero vi sia piaciuta e soprattutto spero vi piacerà il romanzo, qualora decidiate di leggerlo :-)


Per questo mese è tutto… E il vostro gennaio come è stato?


mercoledì 29 gennaio 2014

Dalla libreria al cinema: HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE


Dati tecnici: 
Titolo: Harry Potter e la pietra filosofale
Titolo originale: Harry Potter and the Sorcerer's Stone
Nazione: Gran Bretagna/USA
Anno: 2001
Genere: Fantastico
Durata: 142 minuti
Regia: Chris Columbus
Cast: Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Maggie Smith, Richard Harris, Robbie Coltrane, Julie Walters, Ian Hart, Alan Rickman
Produzione: Heyday Films, Warner Bros.
Distribuzione: Warner Bros.

Probabilmente questo post è assolutamente inutile, visto che ormai anche i sassi conoscono Harry Potter, ma volendo riprendere questa rubrica che mi piace tanto ho pensato subito a questo film. Forse perché esco da una full immersion natalizia dedicata all'intera saga del maghetto di Hogwarts.
Per quelli che non conoscono la storia (perché forse negli ultimi anni hanno vissuto su Marte), Harry Potter e la pietra filosofale, tratto dall'omonimo romanzo di J.K. Rowling, narra le vicende del giovane Harry che, al compimento dell'undicesimo anno di età, scopre di essere un mago e di avere il diritto di frequentare la più grande scuola di magia e stregoneria della Gran Bretagna: Hogwarts. Per il giovane maghetto, rimasto orfano ancora in fasce, questa notizia improvvisa lo catapulterà in un nuovo e fantastico mondo, nel quale finalmente potrà conoscere il significato della parola amicizia.

Come avevo già accennato in diverse occasioni, sono arrivata alla saga cinematografica ben prima di aver letto i sette romanzi della Rowling. Vidi questo primo capitolo della fortunatissima serie appena uscito, in un cinema pieno di bambini e ragazzini che di Harry Potter sapevano già tutto. Io, che all'epoca consideravo quel romanzo come un semplicissimo libro per bambini, rimasi entusiasta del film. Me ne innamorai letteralmente. Non c'era niente che non mi avesse colpito: la storia, la scenografia, la musica, l'ambientazione, per non parlare dei personaggi. E questa visione pre-libro, con conseguente folle innamoramento, mi hanno permesso, forse, di apprezzare maggiormente il film anche dopo averne letto il romanzo. Anche oggi, infatti, amo molto questo film e tutto sommato lo trovo molto fedele all'opera della Rowling. Innanzi tutto non ci sono grossi stravolgimenti od omissioni: la trasposizione cinematografica rispecchia fedelmente il libro, ad eccezioni di alcune piccole parti del finale. Questi piccoli cambiamenti però sono essenzialmente funzionali al film e non alterano il senso del romanzo. 

La scelta dei personaggi mi è sembrata molto azzeccata. Su tutti spiccano Maggie Smith (che adoro) e Alan Rickman che ho trovato perfetti per i rispettivi ruoli della professoressa McGranitt e del professor Piton. Anche la scelta dei tre giovani protagonisti mi è sembrata ottima, anche se Daniel Radcliff non corrisponde esattamente alla descrizione che la scrittrice inglese fa di Harry nel libro, ma in questo caso temo di essere poco obiettiva per via dell'affetto che ho provato sin da subito per gli Harry Ron e Hermione cinematografici. 
Curiosità: quando la Rowling ha venduto i diritti alla Warner Bros. per la realizzazione del film ha "preteso" che il cast fosse interamente inglese o irlandese (non americano quindi), al fine di mantenere le radici culturali del libro. 
Sicuramente però, la cosa che ho apprezzato maggiormente è stata la fotografia. Impeccabile, secondo me. A mio modesto parere i paesaggi e le ambientazione ricreano quasi alla perfezione le atmosfere evocate dalla versione letteraria. Le vallate e la natura tipicamente britannica avvolgono lo spettatore completamente, e il castello è talmente perfetto che ogni volta che lo guardo spero sempre arrivi anche a me quella benedetta lettera :-)
Insomma il mio giudizio è, almeno per questa volta, molto positivo. Cosa che, purtroppo, non resterà tale per i prossimi capitoli della saga. Ma questa è un'altra storia e non voglio anticiparvi niente…

Voto:
Film: 9
Adattamento: 7,5




sabato 25 gennaio 2014

30 GIORNI DI LIBRI: Giorno 2


Rieccomi qui a raccontarvi i miei 30 giorni di libri. Qui trovate tutte le info a riguardo.



Giorno 2/Versione 1: A book that you’ve read more than 3 times


Come mi è già capitato di ripetere in passato, non sono solita rileggere i libri quindi questa la potrei bypassare tranquillamente. Invece no e scardino un po' le regole del gioco segnalandovi uno dei pochissimi libri che ho letto due volte, ovvero Bar Sport di Stefano Benni. Letto la prima volta ai tempi della scuola e poi ripreso qualche anno fa, poco prima dell'uscita dell'omonima trasposizione cinematografica. Amato molto alla prima lettura, amato ancor di più alla seconda. Un po' perché ambientato nella mia Bologna, un po' perché si parla anche di calcio, un po' perché ci ho rivisto molte cose della mia infanzia e moltissimo dei racconti dei miei nonni e di quando lavoravano in un bar. Molto divertente. E ovviamente consigliassimo. 





Giorno 2/Versione 2:  La tua citazione preferita.

Questa è facile. Non ho nemmeno avuto bisogno di pensarci. Ho scelto una frase tratta da Il Barone Rampante di Italo Calvino:

"Tutte belle cose, però io avevo l'impressione che in quel tempo mio fratello non sole fosse del tutto ammattito, ma andasse anche un poco imbecillendosi, cosa questa più grave e dolorosa, perché la pazzia è una forza della natura, nel male e nel bene, mentre la minchioneria è una debolezza della natura, senza contropartita."

Questo romanzo è ricco di citazioni meravigliose. Tutto il romanzo è meraviglioso. Eppure questo è uno dei passaggi che più mi è rimasto impresso, sicuramente non il migliore, ma molto calzante per tante cose che vedo in giro.

giovedì 23 gennaio 2014

Un posto chiamato qui


Titolo: Un posto chiamato qui
Autrice: Cecilia Ahern
Titolo originale: A Place Called Here
Traduzione: Marcella Maffi
Editore: Rizzoli
Collana: Bur Narrativa
Pagine: 393
Prezzo: 9,50 €
Formato: brossura
Anno 1ª edizione originale: 2006
Anno 1ª edizione italiana: 2007 (Sonzogno)
Genere: romanzi rosa, chick lit,
Codice ISBN: 978-88-17-03093-9

Trama: Da quando una sua compagna di classe, anni prima, è scomparsa nel nulla, Sandy Shortt è ossessionata dalla paura della perdita: per questo ha dedicato la propria vita a cercare persone scomparse. Ma un giorno è proprio lei a scomparire: mentre fa jogging imbocca un sentiero poco tracciato in un bosco, e si ritrova in un luogo magico. Un posto chiamato Qui, dove finiscono tutte le cose e le persone smarrite, tutte le sensazioni, le voci, i suoni e gli odori dimenticati. Sandy vi ritrova oggetti perduti e le persone che ha cercato per tutta la vita, scordandosi di cercare se stessa. E ora, lontana dai propri cari e dalla casa da cui per tanti anni è fuggita, vuole una sola cosa: tornare indietro.
(dalla quarta di copertina)

Giudizio personale: Avete presente quando cercate qualcosa, ma non riuscite a trovarla? Un oggetto o anche un indumento che siete sicuri di aver visto sulla vostra scrivania o nel vostro armadio esattamente ieri ma che adesso è letteralmente sparito? Ribaltate casa, guardate ovunque, in ogni luogo e in ogni lago direbbe qualcuno, senza però ottenere nessun risultato se non un terribile senso di fastidio. Quella cosa non può essersi volatilizzata, ma di fatto risulta introvabile. Ecco questo romanzo parte da questo, dal "teorema" del calzino spaiato.
Chi di noi non ha almeno un calzino spaiato a casa? Io ho perso il conto, ormai faccio coppie di calzini spaiati. Non è che la lavatrice se li mangi, semplicemente spariscono. Il punto però è: dove caspita vanno a finire? Ed è su questa domanda che Sandy Shortt basa la sua vita. Tutto comincia quando è ancora una bambina: Jenny-May Butler, sua compagna di classe, scompare nel nulla. La polizia irlandese indaga a fondo, ma di Jenny non c'è traccia. Fuga volontaria? Rapimento? Nessuno riesce a trovare risposte e questa sparizione inspiegabile colpisce nel profondo Sandy, che comincia a vivere nel terrore della perdita. Diventa prima un'ossessione e poi, da adulta, un lavoro. Lei è bravissima a ritrovare le persone, vi si dedica anima e corpo, trascurando perfino se stessa. Poi, una mattina, è lei a scomparire. E riappare in un luogo strano, speciale. Un posto chiamato "Qui". Qui è il luogo dove vanno a finire tutte le cose e le persone smarrite. Potete trovarci di tutto, ma proprio tutto: oggetti di uso comune, indumenti, suoni, voci (e ovviamente un'enorme quantità di calzini spaiati). Disorientata e un po' spaventata, ora la domanda che assilla Sandy è: riuscirò a tornare indietro?
Perché nel "Qui" sembra che tutti vivano sereni e che ci sia una sorta di equilibrio cosmico dal quale è impossibile scappare. Come spesso accade, però, l'apparenza inganna e nemmeno qui va davvero tutto bene. È in questo momento, però, in un luogo al di fuori del tempo, che Sandy ha la possibilità di guardarsi dentro, di esaminare a fondo la sua vita.
Non voglio svelare oltre, perché questo romanzo va gustato pian piano. Per me è stata una piacevolissima scoperta. Non avevo letto nulla della Ahern, ma ne avevo sempre sentito parlare molto bene. Il suo stile mi è piaciuto: fresco, leggero e coinvolgente, l'ideale per una lettura tranquilla e sbarazzina. L'intreccio alterna momenti divertenti a momenti più riflessivi, nei quali tutte le paure e le ossessioni di Sandy vengono analizzate. Il suo personaggio mi è piaciuto davvero, anche perché non è la solita bellona protagonista di molti romanzi rosa. È una ragazza normale. Una donna forte e determinata quando si tratta di trovare le persone scomparse, ma fragile e piena di insicurezze nella sua vita privata. La sua ossessione per le sparizioni la porta a stringere un legame forte con i famigliari degli scomparsi, una sorta di empatia che solo lei riesce a provare. Perché lei capisce il loro dolore, il loro senso di vuoto e impotenza, rendendola unica.
Un libro davvero consigliato. 
E poi chissà, magari un Qui esiste davvero da qualche parte, dove chi ha scelto di sparire possa aver trovato un po' di serenità.
Voto: 7,5

Citazione: "A volte, la gente può svanire proprio davanti ai nostri occhi.
A volte, la gente ci scopre all'improvviso, anche se ci ha sempre avuto davanti.
A volte, se non prestiamo abbastanza attenzione, capita che non riusciamo più a vedere noi stessi…
"

Consigliato: agli amanti del genere e a chi ha voglia di una lettura legge a ma gradevole
Istruzioni per l'uso: accompagnare la lettura da tanto tanto tè caldo.

Buona lettura!
da PensieriParole

mercoledì 22 gennaio 2014

Sfida dei buoni propositi

Quest'anno mi sono ripromessa di partecipare a poche sfide letterarie, che tanto so già come vanno a finire. Ne accumulo in quantità industriali e poi leggo quello che mi pare, per la serie "Ciao sfida, è stato bello anche se è durato poco. Possiamo rimanere amici".
A qualcuna proprio non riesco a resistere però, perché rappresentano davvero uno stimolo a leggere qualcosa di diverso dal solito.

Oltre alla già citata Women Challenge e alla sfida dei Gialli Mondadori di Goodreads, partecipo alla sfida dei Buoni Propositi del gruppo Readers Challenge di aNobii.

Nonostante abbia miseramente fallita la sfida nei due anni precedenti non mollo. Chissà che questa non sia la volta buona :-)

Bando alle ciance, ecco la mia lista:

A)Leggere 7 libri: 2 a piacere, 1 libro fantasy, due gialli-noir e due romanzi storici

1. Io sono leggenda di Richard Matheson (176 p.)
2. The Help di Kathryn Stockett (526 p.)
3. Cacciatori di vampiri di Colleen Gleason (279 p.)
4. Il re dei giochi di Marco Malvaldi (192 p.)
5. Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson (676 p.)
6. Il gattopardo di Tomasi di Lampedusa (254 p.)
7. I tre moschettieri di Alexandre Dumas (686 p.)

B)Leggere 4 libri di scrittori che vorremmo conoscere ( e dei quali, dunque non abbiamo mai letto niente)

1. Il giovane Holden di J.D. Salinger (242 p.)
2. La svastica sul sole di Philip K. Dick (336 p.)
3. L’isola della paura di Dennis Lehane (376 p.)
Don Camillo di Giovannino Guareschi (289 p.)

C)leggere 3 libri di uno stesso autore

1. Corpi freddi di Kathy Reichs (465 p.)
2. Cadaveri innocenti di Kathy Reichs (394 p.)
3. Resti umani di Kathy Reichs (463 p.)

D)leggere 3 saggi

1. Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani (578 p.)
2. Gli spiriti non dimenticano di Vittorio Zucconi (375 p.)
3. Penelope alla guerra di Oriana Fallaci (261 p.)

E)leggere 2 libri consigliati da altri partecipanti che prenderanno spunto dai vostri libri “Non letti" 

1.
2.

F)leggere 3 libri pubblicati tra il 1800 e il 1940

1. Emma di Jane Austen (1816) (528 p.)
2. Addio alle armi di Hernest Hemingway (1929) (308 p.)
3. Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain (1876) (284 p.)

Che ne dite? Ho scelto bene? Spero proprio di sì.


domenica 19 gennaio 2014

30 GIORNI DI LIBRI: Giorno 1


Eccomi finalmente pronta a partire con il primo giorno di questi 30 giorni di libri (lo so già, saranno sicuramente più di 30 alla fine). Qui potete trovare tutte le info.


Giorno 1/Versione 1: Best book you read last year




Come avevo già anticipato nel tag delle letture del 2013, lo scorso anno non ho letto moltissimo, però le letture sono state poche ma buone. Per fortuna. 

Molti mi hanno colpita, ma sicuramente quello che mi è rimasto di più nel cuore è Margherita Dolcevita di Stefano Benni.
Ho adorato la protagonista dalle primissime pagine, da subito mi sono sentita in sintonia con lei. Un po' cinica, ironica e con la testa un po' tra le nuvole. Presto ve ne parlerò con una recensione ben dettagliata.









Giorno 1/Versione 2: Il tuo libro preferito



Scelta difficilissima. Ci sono almeno 5 o 6 libri che considero i miei preferiti e sceglierne uno solo mi pare un po' un'ingiustizia. :-) Ma ci provo.

Ho scelto Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen perché è stato per me una rivelazione. Lo inizia aspettandomi un romanzetto strappalacrime e sdolcinato già sicura che lo avrei detestato. Invece ho amato alla follia ogni pagina, ogni dialogo, ogni descrizione dell'Inghilterra ottocentesca. Ho adorato Lizzie e il suo essere donna forte e determinata in un'epoca in cui le donne erano considerate solo carne da matrimonio e incubatrici. Ho amato Darcy dal primo momento in cui appare, entrando in quel salone affollato. Ho amato ancor di più la pungente ironia austeniana. Insomma, mi è piaciuto. Tanto.







30 giorni di libri


Questo giochino, se così si può chiamare, gira sul web da almeno un anno, forse di più. Per diverso tempo ho pensato di partecipare anch'io, ma la mia ormai proverbiale tendenza alla procrastinazione mi ha portata a rimandare almeno una decina di volte. Poi, circa un paio di mesi fa, l'ho visto riproposto da Valentina sul suo magnifico blog e così alla fine mi sono decisa. Con due mesi di ritardo, ma mi sono decisa ;-)

Copiando pari pari da Peek a Book ho optato anch'io per le due versioni in simultanea.

Ecco le liste:

Versione 1:
Day 01 – Best book you read last year
Day 02 – A book that you’ve read more than 3 times
Day 03 – Your favourite series
Day 04 – Favourite book of your favourite series
Day 05 – A book that makes you happy
Day 06 – A book that makes you sad
Day 07 – Most underrated book
Day 08 – Most overrated book
Day 09 – A book you thought you wouldn’t like but ended up loving
Day 10 – Favourite classic book
Day 11 – A book you hated
Day 12 – A book you used to love but don’t anymore
Day 13 – Your favourite writer
Day 14 – Favourite book of your favourite writer
Day 15 – Favourite male character
Day 16 – Favourite female character
Day 17 – Favourite quote from your favourite book
Day 18 – A book that disappointed you
Day 19 – Favourite book turned into a movie
Day 20 – Favourite romance book
Day 21 – Favourite book from your childhood
Day 22 – Favourite book you own
Day 23 – A book you wanted to read for a long time but still haven’t
Day 24 – A book that you wish more people would’ve read
Day 25 – A character who you can relate to the most
Day 26 – A book that changed your opinion about something
Day 27 – The most surprising plot twist or ending
Day 28 – Favourite title
Day 29 – A book everyone hated but you liked
Day 30 – Your favourite book of all time

Versione 2:
1) Il tuo libro preferito.
2) La tua citazione preferita.
3) Il tuo personaggio preferito di un libro che hai letto.
4) Il libro più brutto che tu abbia mai letto.
5) Il libro più lungo che tu abbia mai letto.
6) Il libro più corto che tu abbia mai letto.
7) Il libro che ti descrive.
8) Un libro che consiglieresti.
9) Un libro che ti ha fatto crescere.
10) Un libro del tuo autore preferito.
11) Il libro che in questo momento hai sulla scrivania.
12) Un libro che prima amavi e che ora odi.
13) Un libro che non ti stancherai mai di rileggere.
14) Il libro che stai leggendo in questo periodo.
15) Apri il primo libro che ti capita tra le mani ad una pagina a caso e inserisci la foto e la prima frase che ti salta agli occhi.
16) La tua copertina preferita.
17) Il personaggio con cui ti vorresti scambiare di posto per un giorno.
18) Il primo libro che hai letto.
19) Un libro il cui film ti ha deluso.
20) Un libro dove hai ritrovato un personaggio che ti rappresentasse.
21) Un libro che ti ha consigliato una persona importante per te.
22) Un libro che hai letto da piccola.
23) Un libro che credevi fosse come la gente ne parlava e invece sei rimasta o delusa o colpita.
24) Il libro che ti fa fuggire dal mondo.
25) Un libro che hai scoperto da poco.
26) Un libro che conosci da sempre.
27) Un libro che vorresti aver scritto.
28) Un libro che farai leggere ai tuoi figli.
29) Un libro che devi ancora leggere.
30) Un libro che ti ha commosso.

Man mano che proseguirò nel gioco inserirò i vari link.

E voi? Avete già partecipato?



sabato 18 gennaio 2014

La strada


Titolo: La strada
Autore: Cormac McCarthy
Titolo originale: The road
Traduzione: Martina Testa
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Pagine: 218
Prezzo: 12,00
Formato: brossura
Anno 1ª edizione originale: 2006
Anno 1ª edizione italiana: 2007
Genere: narrativa americana, distopico
Codice ISBN: 978-88-06-20275-0


Trama: Un uomo e un bambino viaggiano attraverso le rovine di un mondo ridotto a cenere in direzione dell'oceano, dove forse i raggi raffreddati di un sole ormai livido cederanno un po' di tepore e qualche barlume di vita. Trascinano con sé sulla strada tutto ciò che nel nuovo equilibrio delle cose ha ancora valore: un carrello del supermercato con quel po' di cibo che riescono a rimediare, un telo di plastica per ripararsi dalla pioggia gelida e una pistola con cui difendersi dalle bande di predoni che battono le strade decisi a sopravvivere a ogni costo. E poi il bene più prezioso: se stessi e il loro reciproco amore.
(dalla quarta di copertina)

Giudizio personale: Questa è sicuramente una delle "recensioni" più difficile che abbia mai affrontato; sono due giorni che ci penso e ripenso e sono sempre più convinta che ogni mia parola su questo romanzo sia del tutto superflua e non necessaria. Perché La strada non ha bisogno di spot o pseudo recensioni fatte dall'ultima arrivata che crede di poter dire qualcosa di importante o che non sia già stato detto a suo proposito. Ma non posso nemmeno non parlarne, perché questo libro è meraviglioso. Mi limiterò quindi a poche righe, solo per cercare di farvi capire quanto mi ha lasciato e quanto vi perdete a non leggerlo.
Questo romanzo è tante cose. È un romanzo che ti svuota di tutto, completamente, ma contemporaneamente riesce a darti tantissimo, fino a riempirti di emozioni così contrastanti tra loro che non sai più come farle uscire. (Io personalmente ho pianto. Come un vitello.)
È la storia di un'umanità distrutta, bestiale, ma ancora capace di amare profondamente. È la storia di un viaggio alla ricerca di speranza, di vita.
In un'America post apocalittica un padre e suo figlio sono in cammino, attraverso territori devastati e martoriati dalla brutalità umana, in cerca di luoghi in cui la vita sia ancora possibile. Non è dato sapere chi abbia scatenato l'inferno. E non è nemmeno importante ai fine del racconto. Dai brevi flash back sapientemente incastrati nella narrazione possiamo intuire che sia scoppiata una guerra nucleare. Il come e il perché rimangono a libera interpretazione del lettore, quasi a voler sottintendere che cambiando nomi o luoghi il risultato non sarebbe cambiato, la natura dell'uomo è l'autodistruzione. Questo viaggio, narrato attraverso gli occhi dei due protagonisti, è terribile. Loro passano per territori annientati, vuoti, morti. Il silenzio che li circonda è assordante: un silenzio che uccide perché è là dove dovrebbero esserci i rumori della natura quindi della vita. Il padre è un uomo disincantato, grigio, ma che si impone di non perdere la speranza per suo figlio. Questo bambino è quanto di più commuovente ci possa essere: terrorizzato da quello che lo circonda, ma al tempo stesso pieno di fiducia nel padre e nella possibilità di un mondo migliore, nonostante sia così piccolo da non ricordarselo nemmeno il mondo come era prima. Le loro giornate sono fatte di lotta contro un clima rigido e una ricerca spasmodica di cibo. La speranza, per loro, è rappresentata dal non incontrare nessuno sulla loro strada. I pochi sopravvissuti infatti sono pericolosi. Come era stato per Cecità di Saramago, anche qui la situazione tragica ha reso gli uomini ancora più beceri e crudeli, riaccendendo in loro un istinto di sopravvivenza atavico e bestiale. Incontrare un altro essere umano potrebbe significare solo una cosa: morte. Ed è qui, sulla possibilità di incontrare qualcuno che emergono forti le caratteristiche contrastanti dei protagonisti. Il bambino è, appunto, un bambino e come tale mantiene nonostante tutto l'innocenza dell'infanzia: fa domande, cerca di capire perché sarebbe pericoloso, tenta di conciliare il bisogno di interazione con l'affetto e il rispetto verso il padre che invece su questo punto è drastico e netto. Un padre che ha visto troppe cose brutte e che è disposto a difendere suo figlio a qualsiasi costo, ma lo fa cercando di preservarne la purezza.
Più si procede nella lettura, più si è catturati dalla narrazione. E quando cominci a capire come sarà il finale le lacrime cominciano a scorrere incontrollate, perché ti rendi conto che anche tu stai facendo questo viaggio con loro. Hai vissuto queste pagine con un'intensità tale che non riesci nemmeno a spiegartelo. Hai avuto paura, terrore, curiosità, speranza: sensazioni vissute una dopo l'altra (o tutte assieme) che ti lasciano senza fiato. E vorresti abbracciare questo cucciolo d'uomo così forte come se fosse figlio tuo. E complimentarti con il padre, abbracciare anche lui, dirgli che sta facendo una cosa eccezionale, che è un padre meraviglioso. Ecco questi sono quei personaggi che lasciano il segno, quelli che ti porti dietro per tutta la vita. Questo libro me lo porterò dietro per tutta la vita.
Voto: 10

Citazione: "Quando sognerai di un mondo che non è mai esistito o di uno che non esisterà mai e in cui sei di nuovo felice, vorrà dire che ti sei arreso. Capisci? E tu non ti puoi arrendere. Io non te lo permetterò."

Colonna sonora: My city of ruins di Bruce Springsteen (mentre leggevo questo libro non riuscivo a non pensare a questa meravigliosa canzone. Qui testo e traduzione)
Consigliato: bè mi sembra si sia capito che lo consiglio a tutti
Istruzioni per l'uso: preparate i fazzoletti, ma soprattutto preparatevi

Buona Lettura!

mercoledì 15 gennaio 2014

E liberaci dal padre


Titolo: E liberaci dal padre
Autrice: Elizabeth George
Titolo originale: A great deliverance
Traduzione: Laura Battaglia, Monica Mazzanti
Editore: TEA
Collana: Teadue
Pagine: 387
Prezzo: 8,60 €
Formato: brossura
Anno 1ª edizione originale: 1988
Anno 1ª edizione italiana: 1989 (Sonzogno)
Genere: giallo
Codice ISBN: 978-88-502-0163-1


Trama: Un cadavere decapitato, un'ascia insanguinata e un'ammissione sconcertante: «Sono stata io. Non me ne pento». Questi gli elementi dell'omicidio di William Teys, un contadino di Keldale, nello Yorkshire, e tutti puntano verso la figlia di Teys, Roberta, una ragazza introversa e complessata che, dopo essersi dichiarata colpevole, si è chiusa in un silenzio impenetrabile. Eppure nessuno, nel villaggio, può credere a un'apparente verità così mostruosa e inquietante, tanto che padre Hart, il parroco della comunità, si reca a Londra per chiedere a Scotland Yard che venga fatta piena luce sul delitto. Una richiesta insolita, che tuttavia il commissario capo accoglie volentieri perché è l'occasione che aspettava per mettere alla prova una coppia di investigatori del tutto inedita: l'ispettore Lynley e il sergente Barbara Havers…
(dalla quarta di copertina)

Giudizio personale: Ho letto questo romanzo lo scorso anno, ma non potevo non parlarvene perché E liberaci dal padre merita davvero.
L'azione si svolge in un piccolo paese dello Yorkshire, Keldale, dove William Teys, contadino amato da tutti, viene ucciso in maniera brutale. La polizia cittadina ha già arrestato Roberta, secondogenita di Teys, trovata accanto al cadavere del padre. Dopo aver confessato l'omicidio però si è chiusa in un silenzio invalicabile. La comunità è sconvolta e il parroco, convinto dell'innocenza di Roberta, chiede a Scotland Yard di indagare più a fondo. È così che l'ispettore Lynley e il sergente Barbara Havers approdano a Keldale per fare un po' di chiarezza su questo macabro delitto. Ma quello che stanno per scoprire è un buco nero di dolore e disperazione. È stata davvero Roberta? E cosa può aver scatenato una tale violenza in una ragazza altrimenti pacata e tranquilla?
E liberaci dal padre è davvero un ottimo romanzo d'esordio (e il primo della lunga serie dedicata alle indagini dell'ispettore Lynley). La cosa che più colpisce è la caratterizzazione dei personaggi: eccellente. I due protagonisti sono diversissimi fra loro. Lynley è il poliziotto di bell'aspetto, elegante e raffinato, molto ricco, di buonissima famiglia e con la reputazione del Casanova. Barbara è l'esatto opposto: imbranata, bruttina e sciatta e dalla carriera altalenante. Ma grattando la superficie escono due personaggi molto più complessi. Se all'inizio viene quasi spontaneo solidarizzare con la Havers, anche per via di una situazione familiare tutt'altro che serena, alla lunga questa naturale simpatia per lei vacilla. Non puoi non volerle bene, ma a volte la detesti, perché questo atteggiamento perenne da "ce l'hanno tutti con me" diventa insopportabile e tu vorresti metterla all'angola e dirle, molto banalmente, "Datti una svegliata! Smettila di crogiolarti nel tuo dolore e fa qualcosa per cambiare la tua vita!". Lynley ottiene invece il risultato opposto e finisci col renderti conto di quanto l'apparenza possa ingannare, perché basta una frase mal interpretata o un'idea sbagliata ormai radicata in noi per giudicare male un uomo che invece merita più rispetto di quanto si pensi.
La trama è ben costruita e colpisce per l'intensità e per la narrazione quasi impeccabile. Un intreccio di segreti, bugie e storie inconfessabili che trascina il lettore fino al finale che lascia senza parole. Forse non brilla per originalità, ma è romanzo scritto più di 20 anni fa, e sono sicura che all'epoca abbia lasciato molti lettori davvero davvero senza fiato.
Una piccola menzione anche per l'ambientazione: eccezionale. Le descrizione dei paesaggi che fanno da sfondo a questa storia sono meravigliose e talmente coinvolgenti che se chiudete gli occhi vi sembrerà di essere nello Yorkshire insieme a Barbara e Lynley.
Voto: 7,5

Consigliato: agli amanti dei gialli psicologici e agli appassionati dello stile british.

Buona Lettura!

venerdì 10 gennaio 2014

Taci! Sei morto!


Titolo: Taci! Sei morto!
Autrice: Katarina Mazetti
Titolo originale: Tyst! Du är död!
Traduzione: Laura Cangemi
Editore: Elliot
Collana: Scatti
Pagine: 184
Prezzo: 16,50 €
Formato: brossura
Anno 1ª edizione originale: 2001
Anno 1ª edizione italiana: 2012
Genere: giallo
Codice ISBN: 978-88-6192-272-3


Trama: La giovane Malla Vilhelmsson sta svolgendo il suo praticantato come giornalista nella sezione locale di una radio svedese, in una sperduta cittadina della Svezia settentrionale. L’ambiente è popolato di personaggi piuttosto particolari e le relazioni – assai complesse – alimentano una tensione crescente che sfocia nell’assassinio di Richard Malmström, quarantacinquenne belloccio e infedele, ucciso, nel bel mezzo della trasmissione che conduce ogni mattina in diretta, con un colpo d’ascia che gli fracassa il cranio. Ecco che da subito si scatena una caccia all’assassino in cui tutti sospettano di tutti: Richard era infatti un uomo supponente e antipatico che non perdeva mai occasione per lanciare le sue frecciate umilianti a chiunque gli capitasse a tiro. L’ispettrice di polizia Ulla-Britt Munter, con il suo modo di fare brusco e deciso, non ha certo un compito facile visto che si trova a gestire “non un solo testimone oculare, ma settantamila maledettissimi testimoni auricolari!”. Tanti sono infatti gli ascoltatori che hanno seguito in diretta il drammatico omicidio di Richard e, a giudicare dalle telefonate che continuano a giungere in commissariato, ciascuno di loro ha una sua versione dei fatti. Nel frattempo, però, Malla cerca di investigare per conto suo, per giungere alla soluzione dell’indagine con un doppio colpo di scena finale che spiazzerà anche il lettore di gialli più scaltro. Katarina Mazetti è un’autrice poliedrica e davvero estrosa e in questo suo primo giallo dimostra di riuscire a conciliare una trama apparentemente drammatica con il suo irrinunciabile humour.
(dal risvolto di copertina)

Giudizio personale: Non conoscevo quest'autrice e non sapevo cosa aspettarmi da questo libro, quindi ho iniziato la lettura pronta a tutto, ma soprattuto un po' timorosa di aver preso una cantonata al momento dell'acquisto, avvenuto decisamente a scatola chiusa. Invece è stata un'inattesa ventata di freschezza, anche se di un giallo si tratta.
La protagonista è Malla, giovane praticante di una radio svedese. È lei, attraverso le mail scambiate con un ex compagno del corso di giornalismo, a narrarci le vicende dei dipendenti di Radio Nordest, un insieme di personaggi stravaganti dalle mille sfaccettature, legati tra loro da rapporti lavorativi piuttosto complicati. Un giorno, durante una diretta radiofonica, il conduttore Richard Malmström viene aggredito e ucciso a colpi d'ascia. Un delitto terrificante avvenuto alla presenza di migliaia di testimoni auricolari, ma che non non ha lasciato tracce o indizi. La vittima è stata infatti uccisa all'interno di una stanza chiusa, dalla quale sembra che nessuno sia entrato o uscito. E tutti sono sospettati: Richard era tutt'altro che un buon collega e tutti, chi più chi meno, avevano un buon motivo per detestarlo. Malla, spaventata ma al tempo stesso incuriosita, si mette alla ricerca dell'assassino, fino a giungere a un epilogo del tutto inaspettato.
Taci! Sei morto! è un libro che strizza l'occhio ad Agatha Christie, e ai suoi gialli impossibili da risolvere, grazie all'enigma della stanza chiusa. Chi può aver ucciso Richard senza che nessuno dei colleghi presenti in radio l'abbia visto entrare o uscire dallo studio di trasmissione? Potrebbe essere stato davvero chiunque e Malla ce lo fa capire molto bene, tratteggiando i personaggi che popolano Radio Nordest alla perfezione. Insieme a lei ,a narrare i fatti, c'è Haqvin, singolare programmatore musicale dotato di una fortissima empatia, così forte da renderlo in grado di percepire i pensieri altrui. Ma questo dono non basta per stanare un assassino così furbo.
Un romanzo ben congegnato, dalla trama semplice ma impeccabile. Tutto è molto scorrevole, grazie allo stile della Mazetti fluido ed essenziale, e a una suspense ben calibrata. I personaggi sono veri: non ci sono super investigatori tutto muscoli e azione, non c'è la bellona a cui tutto riesce sempre alla perfezione. Ci sono persone normali alle prese con difficoltà quotidiane e una praticante fresca di corso di giornalismo con l'aspetto fisico adatto al pedinamento (passa inosservata).
Voto: 8

Colonna sonora: Unfinished Sympathy dei Massive Attack
Consigliato: agli amanti dei gialli e a chi vuole avvicinarsi a questo genere. Questo è un buon modo per cominciare
Istruzione per l'uso: per la lettura di questo romanzo non può mancare una buona tazza di tè caldo.

Buona lettura!


domenica 5 gennaio 2014

2013, un anno di letture

Anno nuovo, tempo di bilanci. In questo caso bilanci letterari.
E avendo appena svegliato il blog dal suo lungo letargo, ho deciso di rispolverare l'ormai stra-utilizzato meme sulle letture dell'anno che si è appena concluso. Così, giusto per tenervi un po' aggiornati sulle recensioni che presto arriveranno.

Il 2013 è stato un po' misero dal punto di vista letterario. Come vi dicevo è stato un anno strano, pieno e stancante. E ovviamente la mia solitamente instancabile voglia di leggere ne ha risentito parecchio. 

Ma bando alle ciance.
Eccovi il mio 2013 libresco.

1. Quanti libri hai letto nel 2013?
Pochi, davvero pochi. Solo 22.

2. Quanti erano fiction e quanti no?
Non se sbaglio erano tutti fiction. 

3. Quanti scrittori e quanti scrittrici?
Stranamente l'anno scorso ho letto più romanzi di autrici donna (penso sia la prima volta): 13 contro i 9 scritti da uomini. (quando ho scritto il post per la Women Challeng devo aver guardato le statistiche del 2011/2012 O.o)

4. Il miglior libro letto?
Sono un po' indecisa. Si contendono il primo posto Margherita Dolcevita di Stefano Benni e gli Harry Potter della Rowling (capitoli 5 e 6 della saga)

5. E il più brutto?
Decisamente Luoghi che non si trovano sulle mappe di Berta Roy. Una delusione totale. Lento, prolisso e per certi versi banale. Non ve lo consiglio proprio.

6. Il libro più vecchio che hai letto?
Il ballo di Irène Némirovsky, del 1930.

7. E il più recente?
Gli sdraiati di Michele Serra, uscito a fine 2013.

8. Qual è il libro con il titolo più lungo?
Harry Potter e il principe mezzosangue di J.K. Rowling

9. E quello con il titolo più corto?
Niente di Jeanne Teller.

10. Quanti libri hai riletto?
 Nessuno.

11. E quali vorresti rileggere?
Come ho già avuto modo di scrivere, non rileggo quasi mai. Ultimamente però ho spesso la voglia di riprendere Il barone rampante di Calvino, romanzo che ho amato alla follia.

12. I libri più letti dello stesso autore quest'anno?
J.K. Rowling e Agatha Christie, ho letto due libri di entrambe.

13. Quanti libri scritti da autori italiani?
Solo 6. Sono sempre un po' esterofila nello scegliere le mie letture.

14. E quanti libri sono stati presi in biblioteca?
Nessuno. Ho troppi libri a casa ancora da leggere…

15. Dei libri letti quanti erano e-book?
Nessuno. Amo troppo il cartaceo. Sono vecchia dentro :-)





venerdì 3 gennaio 2014

Cecità


Titolo: Cecità
Autore: José Saramago
Titolo originale: Ensaio sobre a cegueira
Traduzione: Rita Desti
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale Economica Feltrinelli
Pagine: 276
Prezzo: 9,50 €
Formato: brossura
Anno 1ª edizione originale: 1995
Genere: narrativa portoghese
Codice ISBN: 978-88-07-72182-3

Trama: In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione perde la vista per un'inspiegabile epidemia. Chi viene colpito dal male è come avvolto in una nube lattiginosa. Le reazioni psicologiche sono devastanti, l'esplosione di terrore e di gratuita violenza inarrestabile, gli effetti della patologia sulla convivenza sociale drammatici. La cecità cancella ogni pietà e fa precipitare nella barbarie, scatenando un brutale istinto di sopravvivenza. Nella forma di un racconto fantastico, Saramago disegna con maestria, essenzialità e nettezza la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose razionalmente, artefice di abbrutimento, crudeltà, degradazione. Ne risulta un avvincente romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, il potere e la sopraffazione, la guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con uno spiraglio di luce e di salvezza che non ne annulla il pessimismo di fondo.
(dalla quarta di copertina)

Giudizio personale: Mi sento di poter dire, con una certezza quasi granitica, che Cecità sia in assoluto uno dei migliori libri che abbia mai letto. Ti entra dentro, con una forza spaventosa. Per anni ne avevo sentito tessere le lodi più o meno ovunque, da conoscenti e colleghi di libreria, e nonostante questo continuavo a rinviarne la lettura, quasi per paura che questa crescente aspettativa potesse alla fine tramutarsi in delusione… e invece…
Invece ho amato questo romanzo fin dalla prima riga, anche se ammetto di aver avuto qualche piccola difficoltà iniziale con l'utilizzo, un po' folle, della punteggiatura di Saramago. Bisogna prendere le misure diciamo, ma una volta superato l'impatto con le prime pagine la storia scorre veloce e si è letteralmente catturati da una trama avvincente, geniale e a dir poco devastante. Tutto comincia all'interno di una macchina qualunque, su una strada qualunque, in una città qualunque. Il possessore di suddetta auto, in attesa che il semaforo dia il via libera agli automobilisti incolonnati, all'improvviso perde la vista. Così, da un momento all'altro tutto attorno a lui si fa nebbia: niente sintomi, nessuna malattia pregressa. Semplicemente diventa cieco. Da qui all'epidemia è un attimo. Le persone che hanno interagito con lui sono le prime: il passante che lo ha aiutato, il medico che ha provato a curarlo, la moglie, uno dopo l'altro "cadono" come pedine di un terribile domino pandemico. Davanti ad una situazione di questa portata si potrebbe reagire in tanti modi, ma l'irrazionalità e la paura dell'ignoto hanno il sopravvento. Prima ghettizzati, poi abbandonati a loro stessi, i contaminati avranno a che fare con i peggiori istinti umani che, in questa condizione emergono più forti che mai rimarcando, ancora una volta, quanto possano essere bestiali gli esseri umani.
Sono tante le cose che ho amato di Cecità, prima fra tutti la scelta dell'autore di non utilizzare mai nomi propri. I personaggi non hanno nomi, sono semplicemente "il medico", "la moglie del medico", "la ragazza con gli occhiali" e così via. Da un lato sembra quasi volerli spersonalizzare, renderli tutti uguali, dall'altra invece è proprio la mancanza del nome a renderli unici, riconoscibili per quello che fanno o dicono, per quello che sono veramente. Anche la città non ha nome, come a volerci dire che potrebbe capitare ovunque, a chiunque. La cosa che però mi ha colpito maggiormente è stata la descrizione degli eventi, perché più leggevo quelle pagine più mi convincevo che, se mai dovesse succedere una cosa simile nella realtà (parliamo per assurdo ovviamente) la reazione delle persone sarebbe esattamente la stessa. Il dramma che ha colpito l'intera città, l'intero stato, ha tirato fuori dalle persone il peggio del peggio. Un istinto di sopravvivenza atavico e atroce, un crudele senso di prevaricazione che nelle difficoltà, in alcuni uomini, si acuisce fino a diventare incontrollabile e barbaro. La descrizione delle cattiverie e dei soprusi perpetrati è così realistica che non puoi fare a meno di pensare che noi, l'umanità, siamo così davvero. Egoisti e prepotenti, anche e soprattutto nei momenti in cui dovremmo tirare fuori il meglio da noi stessi. 
Poi c'è la paura: la paura dell'ignoto, del diverso. Non avendo questa epidemia precedenti né spiegazioni cliniche plausibili, chi ancora non ne è affetto non sa come reagire. E, come accade anche nella realtà dei giorni nostri, quello che non si conosce ci spaventa e la reazione il più della volte è: "mandiamoli via", "rinchiudiamoli il più lontano possibile da noi".
Cecità è, come avrete capito, un romanzo con una visione piuttosto pessimistica della società. Una società in cui il bene del singolo prevale quasi sempre sul bene della collettività. Se ci pensiamo bene, non è poi così lontana la realtà. Certo, in queste pagine è tutto amplificato, portato all'esasperazione, ma nel nostro piccolo quotidiano quante volte abbiamo assistito a prepotenze più o meno grandi, il più delle volte mentre tutti stanno a guardare senza batter ciglio? Saramago fa, con questo romanzo, una critica forte e feroce all'umanità, sempre meno umana e sempre più bestiale, ma ci lascia anche una goccia di speranza. Un piccolo fiore che nasce dai detriti di un mondo in pezzi.

Citazione: "Chiunque tu sia hai ragione, c'è sempre stato chi si è riempito la pancia con la mancanza di vergogna, ma noi, cui non resta più niente se non quest'ultima e immeritata dignità, dimostriamoci almeno capaci di lottare per quanto ci appartiene di diritto."

Colonna sonora: Burning di Ludovico Einaudi
Consigliato a: tutti
Istruzioni per l'uso: prendetevi tempo, assaporate questo meraviglioso romanzo e non perdete la speranza 

Buona lettura!

giovedì 2 gennaio 2014

A volte ritornano...

Eh sì, a volte ritornano…in questo caso "a volte ritorno"!
Onestamente non so come ci si saluta dopo un anno e più di assenza, quindi mi limiterò a un banalissimo "Bentrovati"!!!!

Non sto nemmeno a dilungarmi con inutili scuse per questo immenso buco spazio-temporale in cui ho letteralmente abbandonato il blog: sono imperdonabile…

Ma è stato un anno pieno, incasinato, strano e ho voluto/dovuto staccare un po' la spina, complice un nuovo lavoro che mi ha (per fortuna, visti i tempi) preso molto tempo e moltissima energia… 
Un lavoro che purtroppo nulla ha a che fare con i libri (momento di disperazione) e quindi sempre più forte ho sentito il richiamo del blog, questo "bambino" che, nel frattempo, nel suo angolo di solitudine del web, ha compiuto 4 anni… che compleanno triste…

Bando alle ciance…Bookshelf riprende da dove tutto si era interrotto più di un anno fa, da quella recensione di Cecità che avevo promesso e che giace in stan by da allora. Per chi c'era (e mi è terribilmente mancato) sarà bellissimo ritrovarvi e per chi arriverà BENVENUTI!

…e ancora scusatemi… 


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