domenica 16 febbraio 2014

P.S. I LOVE YOU di Cecilia Ahern


Titolo: P.S. I love you
Autrice: Cecilia Ahern
Titolo originale: P.S. I love you
Traduzione: Olivia Crosio
Editore: Bur Rizzoli
Collana: Narrativa
Pagine: 411
Prezzo: 9,50 €
Formato: brossura
Anno 1ª edizione originale: 2004
Anno 1ª edizione italiana: 2004 (Sonzogno)
Genere: romanzi rosa, chick lit
Codice ISBN: 978-88-17-02795-3

Trama: Holly e Gerry sono una di quelle coppie giovani e belle che vivono in simbiosi. Quando, all'improvviso, Gerry muore, Holly è devastata: vedova a soli ventinove anni, ha l'impressione che la sua vita non abbia più senso. È anche arrabbiata, si sente tradita, lui - suo marito, amante, miglior amico, la sua roccia - aveva promesso di non lasciarla mai, come può farcela da sola, ora? Ma Gerry non ha dimenticato, e trova il modo di farle avere una lettera ogni mese, con un messaggio per ritrovare la voglia di vivere e, soprattutto, con un dolcissimo P.S. I love you che spinge Holly, fra un pianto e un sorriso, ad aprirsi al domani. Perché la vita è fatta per essere vissuta, sempre.
(dalla quarta di copertina)

Giudizio personale: Questo è il romanzo con il quale, finalmente, inauguro la mia Women Challenge 2014. Un romanzo che però mi ha lasciata a lunghi tratti un po' perplessa, salvo voi recuperare nel finale. Sono partita con grandi aspettative: un po' perché della Ahern avevo già letto Un posto chiamato qui trovandolo molto carino, un po' perché ne avevo letto recensione entusiastiche praticamente ovunque. E ovviamente arrivo io a fare la bastian contraria. Ma procediamo con ordine…
La protagonista di questo libro è Holly, trentenne irlandese sposata con Gerry. I due formano una coppia perfetta, non perché manchino litigi o dissapori, ma per la loro meravigliosa alchimia. Un incastro di caratteri e personalità perfetto appunto. A squarciare la loro armonia però arriva l'indicibile: una terribile malattia che in breve tempo si porta via Gerry. Un dolore così forte e in un certo senso improvviso è difficile da gestire. Per Holly è l'inizio del periodo più cupo della sua vita; una sofferenza che sembra senza fine. Ma per lei Gerry ha ancora in serbo una sorpresa: prima di morire, infatti, scrive dieci lettere. Lettere che Holly dovrà aprire attenendosi scrupolosamente a due sole regole: la prima è che ad ogni lettera corrisponde un mese. Non potrà quindi aprirle a suo piacimento, ma solo ed esclusivamente nel mese a loro assegnato. La seconda è che aprendo quelle lettere Holly si impegna a fare tutto quanto vi troverà scritto, senza possibilità di tirarsi indietro, perché è Gerry che glielo sta chiedendo. Inizia così il lento ritorno alla normalità della protagonista.
Come potete notare gli ingredienti per un romanzo coinvolgente e strappalacrime ci sono proprio tutti; peraltro l'idea di queste lettere postume l'ho trovata davvero bellissima. Allora perché non sono convinta?
Credo dipenda fondamentalmente dalla protagonista, che è in tutto e per tutto distante anni luce da me. Holly è sostanzialmente priva di personalità a mio avviso. E mi riferisco al fatto che lei senza Gerry si sente vuota, ma non solo perché ha perso l'uomo della sua vita (e già questo basterebbe ad abbattere chiunque) ma perché la sua esistenza non riesce ad essere indipendente dall'uomo che ha accanto. E questo avviene ben prima del matrimonio e della poi di lui dipartita. È lei stessa ad affermare in più di un'occasione che i suoi amici sono quelli di Gerry, i suoi interessi sono quelli di Gerry, le sue passioni sono le stesse di Gerry. Cioè stiamo parlando di una donna nel fiore degli anni che non riesce a concepire la sua vita prescindendo dal marito. Tutto quello che lei fa, lo fa in funzione di… E questo per me è fuori da ogni umana comprensione. È vero che loro hanno questa sintonia bellissima e che li rende una coppia inossidabile, però questo non può essere una scusante per annullarsi completamente come persona al di fuori della coppia. Tanto è vero che con la morte di Gerry, Holly non soltanto perde il compagno di una vita, lei perde tutto quanto. Lei si ritrova a non avere più stimoli a fare niente perché al dolore della perdita somma la consapevolezza di non avere una vita sua. E questo rischia di non essere più amore, ma dipendenza (non è questo il caso perché l'amore che lega Holly e Gerry è davvero di quelli con la A maiuscola). Mi rendo anche conto però che una protagonista di questo tipo è perfetta per l'intreccio del romanzo. Gerry è infatti consapevole della mancanza di interessi della moglie, e proprio in funzione di questo le scrive quelle bellissime 10 lettere attraverso le quali la accompagna gradualmente verso la sua nuova vita. Una vita senza di lui. Un percorso quindi molto doloroso, e in cui non sempre Holly si impegna quanto dovrebbe.
Io invece ho una concezione di rapporto di coppia diametralmente opposta. Per me è fondamentale l'importanza del singolo individuo e la sua autodeterminazione, anche per salvaguardare la coppia stessa, ragion per cui l'impatto con la protagonista è stato un po' altalenante.
Ho apprezzato invece molto il lavoro che l'autrice fa sull'elaborazione del lutto. Tutte le parti che si concentrano sul dolore che Holly prova, i maldestri tentativi per cercare di nasconderlo, le incomprensioni con gli amici anch'essi colpiti terribilmente dalla perdita di Gerry, gli scoppi incontrollati di pianto e così via, sono molto veri. È così che ci si sente quando si perde qualcuno: incompresi, soli in mezzo a milioni di persone, talmente tristi da provare un dolore quasi fisico. Queste sono secondo me le parti migliori del romanzo, quelle che mi hanno coinvolto maggiormente.
Fin quasi alla fine, però, ero pronta a bocciare clamorosamente il libro. A un certo punto, infatti, la storia prende una piega che sembra portare ad un finale ampiamente prevedibile (e che mi avrebbe fatto andare su tutte le furie). Invece, quando meno te lo aspetti, il corso degli eventi prende un'altra direzione e io mi sono ritrovata letteralmente in lacrime alla penultima pagina, forse la meno commovente di tutto il romanzo. Un pianto liberatorio quasi, perché alla fine Holly è davvero la persona che merita di essere (era anche ora).
Un romanzo che alla fine mi sento comunque di consigliare, nonostante le mi aspre critiche, perché c'è comunque quell'amore che va oltre i confini della vita in cui, io acida zitella rampante, credo ancora.
Voto: 6,5

Colonna sonora: I will always love you di Whitney Houston
Consigliato: alle amanti delle storie d'amore senza tempo
Istruzioni per l'uso: munitevi di un'enorme quantità di fazzoletti, le lacrime sono dietro l'angolo

Buona Lettura!


2 commenti:

  1. io avevo visto il film ed effettivamente fa tanto piangere!! per questo mi era piaciuto!

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    Risposte
    1. Ecco il film ancora non l'ho visto, ma spero di riuscire a recuperare presto (ovviamente armata di fazzolettini, perché credo sarà una fontana)

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