LO STATISTA
di Massimo Giannini
“ Berlusconi non è più un uomo di spettacolo. È diventato un uomo di Stato. Di una specie che non ci piace e addirittura ci preoccupa. Ma questo è. Si poteva ironizzare su di lui tra il’94 e il ’96, quando il parvenu aveva costruito in tre mesi il famoso partito di plastica, si era affacciato su un mondo che gli era oscuro e nemico e ne aveva subito la traumatica crisi di rigetto dopo neanche un anno di governo. Forse lo si poteva ancora fare tra il 2001 e il 2006, quando il parvenu era già diventato un leader, Forza Italia si era trasformata in un partito di latta, ma aveva dovuto patire il logorio di una legislatura rissosa e inconcludente. Oggi non si può più scherzare, il Cavaliere fa sul serio. Quindi va preso sul serio per le cose che dice e le cose che fa.”
Il Libro: è un analisi attenta e lucida di questi ultimi anni di vita politica italiana, di quello che Giannini chiama il ventennio berlusconiano. Il vice-direttore di Repubblica analizza il fenomeno Berlusconi rilevando la discontinuità rispetto al passato del suo nuovo governo, e, partendo da Renzo De Felice, ci dimostra come il paragone fra il periodo fascista e quello del Cavaliere non sia per niente astratto, ma abbia solide basi.
Giudizio personale: 9,5 è un libro da leggere con calma e attenzione. Non è la solita critica al Cavaliere, ma un analisi molto acuta di ciò che Berlusconi è e rappresenta nel paese. Giannini ci spiega alla perfezione i meccanismi che hanno reso possibile il terzo (e schiacciante) trionfo dell'uomo di Arcore, al di là del suo immenso potere mediatico. Ci spiega come è stato in grado di captare il sentimento italico e tradurlo in un partito ad personam. Le analogie con il fascismo sono eccellentemente evidenziate dai riferimenti ai più importanti studi storici sul ventennio mussoliniano. La conclusione è che Berlusconi non è una parentesi della storia italiana, ma una sua evoluzione. Non manca poi un intero capitolo dedicato alle carenze e alle colpe della sinistra del nostro paese.
Citazione: " Ecco: l’impero della mediocrità. Settantasei anni dopo non c’è formula migliore, per descrivere questo tempo di conformistico appiattimento sulle posizioni dell’uomo al comando. Chi dissente dà fastidio. È un inciampo, un intralcio. Non tanto nella maggioranza, dove i mediocri si sprecano ma non dissente nessuno. Persino nell’opposizione, dove i mediocri non mancano ma c’è anche chi vorrebbe ancora dissentire."
Edizione: Baldini Castoldi Dalai
Pagine: 231
Prezzo: 17,50 €
Anno: 2008
Nessun commento:
Posta un commento