Titolo: E liberaci dal padre
Autrice: Elizabeth George
Titolo originale: A great deliverance
Traduzione: Laura Battaglia, Monica Mazzanti
Editore: TEA
Collana: Teadue
Pagine: 387
Prezzo: 8,60 €
Formato: brossura
Anno 1ª edizione originale: 1988
Anno 1ª edizione italiana: 1989 (Sonzogno)
Genere: giallo
Codice ISBN: 978-88-502-0163-1
Trama: Un cadavere decapitato, un'ascia insanguinata e un'ammissione sconcertante: «Sono stata io. Non me ne pento». Questi gli elementi dell'omicidio di William Teys, un contadino di Keldale, nello Yorkshire, e tutti puntano verso la figlia di Teys, Roberta, una ragazza introversa e complessata che, dopo essersi dichiarata colpevole, si è chiusa in un silenzio impenetrabile. Eppure nessuno, nel villaggio, può credere a un'apparente verità così mostruosa e inquietante, tanto che padre Hart, il parroco della comunità, si reca a Londra per chiedere a Scotland Yard che venga fatta piena luce sul delitto. Una richiesta insolita, che tuttavia il commissario capo accoglie volentieri perché è l'occasione che aspettava per mettere alla prova una coppia di investigatori del tutto inedita: l'ispettore Lynley e il sergente Barbara Havers…
(dalla quarta di copertina)
Giudizio personale: Ho letto questo romanzo lo scorso anno, ma non potevo non parlarvene perché E liberaci dal padre merita davvero.
L'azione si svolge in un piccolo paese dello Yorkshire, Keldale, dove William Teys, contadino amato da tutti, viene ucciso in maniera brutale. La polizia cittadina ha già arrestato Roberta, secondogenita di Teys, trovata accanto al cadavere del padre. Dopo aver confessato l'omicidio però si è chiusa in un silenzio invalicabile. La comunità è sconvolta e il parroco, convinto dell'innocenza di Roberta, chiede a Scotland Yard di indagare più a fondo. È così che l'ispettore Lynley e il sergente Barbara Havers approdano a Keldale per fare un po' di chiarezza su questo macabro delitto. Ma quello che stanno per scoprire è un buco nero di dolore e disperazione. È stata davvero Roberta? E cosa può aver scatenato una tale violenza in una ragazza altrimenti pacata e tranquilla?
E liberaci dal padre è davvero un ottimo romanzo d'esordio (e il primo della lunga serie dedicata alle indagini dell'ispettore Lynley). La cosa che più colpisce è la caratterizzazione dei personaggi: eccellente. I due protagonisti sono diversissimi fra loro. Lynley è il poliziotto di bell'aspetto, elegante e raffinato, molto ricco, di buonissima famiglia e con la reputazione del Casanova. Barbara è l'esatto opposto: imbranata, bruttina e sciatta e dalla carriera altalenante. Ma grattando la superficie escono due personaggi molto più complessi. Se all'inizio viene quasi spontaneo solidarizzare con la Havers, anche per via di una situazione familiare tutt'altro che serena, alla lunga questa naturale simpatia per lei vacilla. Non puoi non volerle bene, ma a volte la detesti, perché questo atteggiamento perenne da "ce l'hanno tutti con me" diventa insopportabile e tu vorresti metterla all'angola e dirle, molto banalmente, "Datti una svegliata! Smettila di crogiolarti nel tuo dolore e fa qualcosa per cambiare la tua vita!". Lynley ottiene invece il risultato opposto e finisci col renderti conto di quanto l'apparenza possa ingannare, perché basta una frase mal interpretata o un'idea sbagliata ormai radicata in noi per giudicare male un uomo che invece merita più rispetto di quanto si pensi.
La trama è ben costruita e colpisce per l'intensità e per la narrazione quasi impeccabile. Un intreccio di segreti, bugie e storie inconfessabili che trascina il lettore fino al finale che lascia senza parole. Forse non brilla per originalità, ma è romanzo scritto più di 20 anni fa, e sono sicura che all'epoca abbia lasciato molti lettori davvero davvero senza fiato.
Una piccola menzione anche per l'ambientazione: eccezionale. Le descrizione dei paesaggi che fanno da sfondo a questa storia sono meravigliose e talmente coinvolgenti che se chiudete gli occhi vi sembrerà di essere nello Yorkshire insieme a Barbara e Lynley.
Voto: 7,5
Consigliato: agli amanti dei gialli psicologici e agli appassionati dello stile british.
L'azione si svolge in un piccolo paese dello Yorkshire, Keldale, dove William Teys, contadino amato da tutti, viene ucciso in maniera brutale. La polizia cittadina ha già arrestato Roberta, secondogenita di Teys, trovata accanto al cadavere del padre. Dopo aver confessato l'omicidio però si è chiusa in un silenzio invalicabile. La comunità è sconvolta e il parroco, convinto dell'innocenza di Roberta, chiede a Scotland Yard di indagare più a fondo. È così che l'ispettore Lynley e il sergente Barbara Havers approdano a Keldale per fare un po' di chiarezza su questo macabro delitto. Ma quello che stanno per scoprire è un buco nero di dolore e disperazione. È stata davvero Roberta? E cosa può aver scatenato una tale violenza in una ragazza altrimenti pacata e tranquilla?
E liberaci dal padre è davvero un ottimo romanzo d'esordio (e il primo della lunga serie dedicata alle indagini dell'ispettore Lynley). La cosa che più colpisce è la caratterizzazione dei personaggi: eccellente. I due protagonisti sono diversissimi fra loro. Lynley è il poliziotto di bell'aspetto, elegante e raffinato, molto ricco, di buonissima famiglia e con la reputazione del Casanova. Barbara è l'esatto opposto: imbranata, bruttina e sciatta e dalla carriera altalenante. Ma grattando la superficie escono due personaggi molto più complessi. Se all'inizio viene quasi spontaneo solidarizzare con la Havers, anche per via di una situazione familiare tutt'altro che serena, alla lunga questa naturale simpatia per lei vacilla. Non puoi non volerle bene, ma a volte la detesti, perché questo atteggiamento perenne da "ce l'hanno tutti con me" diventa insopportabile e tu vorresti metterla all'angola e dirle, molto banalmente, "Datti una svegliata! Smettila di crogiolarti nel tuo dolore e fa qualcosa per cambiare la tua vita!". Lynley ottiene invece il risultato opposto e finisci col renderti conto di quanto l'apparenza possa ingannare, perché basta una frase mal interpretata o un'idea sbagliata ormai radicata in noi per giudicare male un uomo che invece merita più rispetto di quanto si pensi.
La trama è ben costruita e colpisce per l'intensità e per la narrazione quasi impeccabile. Un intreccio di segreti, bugie e storie inconfessabili che trascina il lettore fino al finale che lascia senza parole. Forse non brilla per originalità, ma è romanzo scritto più di 20 anni fa, e sono sicura che all'epoca abbia lasciato molti lettori davvero davvero senza fiato.
Una piccola menzione anche per l'ambientazione: eccezionale. Le descrizione dei paesaggi che fanno da sfondo a questa storia sono meravigliose e talmente coinvolgenti che se chiudete gli occhi vi sembrerà di essere nello Yorkshire insieme a Barbara e Lynley.
Voto: 7,5
Consigliato: agli amanti dei gialli psicologici e agli appassionati dello stile british.
Buona Lettura!
Mi hai incuriosito moltissimo con questa recensione!
RispondiEliminami fa piacere!! Spero poi il libro non ti deluda ;-)
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