Quanti di noi, appassionati lettori, almeno una volta nella vita hanno sospirato: "Ah, quanto vorrei scrivere un libro". Io almeno un centinaio di volte. In alcuni periodi, soprattutto nei mesi invernali quando vorresti soltanto rimanere fra le quattro calde mura domestiche, vengo addirittura colta da impulsi frenetici da scrittore pazzo che mi avvolgono e mi lasciano completamente assente dalla realtà. In quei momenti comincio a pensare a cosa mi piacerebbe scrivere, che tipo di personaggi vorrei creare, penso all'ambientazione e alla emozioni che vorrei poter suscitare negli eventuali lettori. Poi torno con i piedi per terra, mi rendo conto di essere un po' folle e riprendo il romanzo che stavo leggendo. Scrivere non è affatto una cosa semplice e spesso non basta avere una buona idea e discrete capacità stilistiche per diventare scrittori a tutti gli effetti. Nel nostro paese la vita per gli esordienti è tutt'altro che facile. Spesso le case editrici non hanno tempo o personale sufficienti per vagliare tutti i manoscritti, altre volte manca il coraggio di pubblicare un testo particolare, appartenente magari a un genere non particolarmente di moda (oggi ci sono i vampiri domani chissà). Insomma, affacciarsi sul mercato editoriale può essere un'impresa proibitiva. Anche per questo nel corso degli ultimi tempi si stanno sempre più affermando, anche in Italia, il self-publishing e l'editoria a pagamento. Se il primo mi vede un po' perplessa (credo sempre che dovrebbe esserci qualcuno disposto a valutare un'opera, perché aver scritto un libro non fa di te uno scrittore, il processo è un po' più complesso) ma comunque incuriosita e aperta a questa nuova prospettiva, l'editoria a pagamento proprio non la concepisco. Se credi in un libro ti metti in gioco a supporto dell'autore, non lasci che sia lui a sobbarcarsi tutte le spese per poi metterci comunque il tuo nome in copertina (sono un po' estremista lo ammetto). Su questi due punti però, vorrei tornare in maniera più approfondita in un altro post; quello che vorrei fare oggi è segnalarvi una terza opzione, ovvero partecipare a concorsi e tornei letterari. In particolar modo oggi vi suggerisco il torneo Io Scrittore, giunto alla terza edizione.
Io scrittore è il torneo letterario organizzato e promosso dal gruppo editoriale Mauri Spagnol (che comprende, tra le altre, le case editrici Longanesi, Nord, Garzanti, Salani, Corbaccio e Chiarelettere). Il motto del torneo, in risposta al self-publishing di cui parlavo poc'anzi, è "Se l'hai scritto, va valutato". Valutato, capito bene? Non necessariamente pubblicato perché, diciamoci la verità, non tutto ciò che viene scritto è meritevole di diventare un libro (purtroppo a volte anche ciò che poi viene effettivamente pubblicato, ma questa è un'altra storia). L'idea più innovativa e interessante è che a valutare le opere in concorso saranno gli stessi partecipanti, che avranno così un duplice ruolo scrittore/lettore. Questo permette il confronto ed è forse il miglior modo per scegliere l'opera più convincente. Perciò, cari aspiranti scrittori, se nel vostro cassetto giace un romanzo che attende solo di essere letto, datevi un'opportunità, avete tempo fino al 12 marzo. Le regole per partecipare sono poche e semplici: dovete avere più di sedici anni e l'opera che presentate deve essere inedita, non deve cioè mai essere stata pubblicata, nemmeno da voi autonomamente. Per tutte le informazioni più dettagliate vi rimando al sito ufficiale del torneo. Se ancora non siete convinti vi ricordo che uno dei vincitori della scorsa edizione, Giuliano Pasini, ha da poco pubblicato il suo romanzo d'esordio, Venti corpi nella neve (vinse il torneo con il titolo La giustizia dei martiri) con la casa editrice TimeCRIME riscuotendo un ottimo successo di critica e pubblico. A dimostrazione del fatto che Io Scrittore è anche un'ottima vetrina!
Non mi resta che augurarvi un grande IN BOCCA AL LUPO!
ne avevo già sentito parlare di questo concorso e ti dirò, mi piacciono i meccanismi che usano, secondo me, non sono sbagliati perchè levi tempo e fatica agli editori di leggersi un secco di roba e inoltre loro si rendono conto di quanto un'opera può piacere e quanto può essere venduta grazie anche ai commenti dei partecipanti che leggono, votano e scelgono l'opera vincente ...
RispondiEliminaper quanto riguarda gli altri discorsi, anche a me piacerebbe molto pubblicare qualcosa, ma è vero,un conto è pensarci e farlo davvero ... non è mai semplice. :)
Ah, peccato non averlo saputo prima, del concorso!
RispondiEliminaA parte ciò, attendo trepidante di leggere quanto hai da dire su editoria a pagamento e auto-pubblicazione :)
spero di scrivere il post sul self publishing e l'editoria a pagamento entro la settimana. Però adesso mi mettete un po' d'ansia :-) Spero di non deludere le vostre aspettative
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